Le tappe del percorso di Parma
IL PROGETTO DI RICERCA
TEATRO E POLITICA
Dal 2008 Giolli ha in mente di approfondire l’uso politico del TdO, ricordando che il Teatro di Boal è considerato un “teatro politico ma non ideologico”.
Solitamente non ci piace lavorare per dei partiti, perché la posizione maieutica del TdO, aperta a tutte le idee, mal si sposa con la vicinanza a un partito politico, portatore di una ideologia o comunque di risposte pronte ai problemi dei cittadini.
Il TdO al contrario dà voce ai cittadini organizzati, perché possano analizzare i propri problemi e proporre le proprie soluzioni, al di là di contrapposizioni ideologiche, anche se ancorati a valori quali rispetto delle differenze, non discriminazione, uguaglianza, coesione sociale.
Pertanto nella nostra lunga storia ci sono state solo rarissime occasioni in cui un partito ci ha contattato e in genere lo ha fatto strumentalmente, pensando al TdO come a un teatro di intrattenimento o di propaganda.
Prima delle elezioni dell’aprile 2008 ci siamo chiesti comunque se dovevamo intervenire come singoli e gruppi che praticano il TdO, per suggerire ai partiti e ai politici di professione che parlano di partecipazione dei cittadini, uno strumento adatto.
Dopo le elezioni abbiamo provato a impostare una ricerca sul territorio a noi vicino, la provincia di Parma.
Ci siamo messi in contatto con un gruppo di persone appartenenti a un partito (il Partito Democratico(, gruppo che vuole realmente lavorare per la partecipazione dei cittadini e abbiamo ipotizzato un percorso sul tema della sicurezza.
Cosa ci ha convinto ad accettare?
Intanto la condivisione del senso della parola politica.
Si sa che ha origine nell’antica Grecia, alcuni secoli prima di Cristo, quando nascono le polis (comunità di persone viventi nella città o nella campagna o addirittura marinare) che attuano una forma di democrazia diretta: tutti i maschi liberi e non stranieri discutono e votano decidendo sulle questioni rilevanti della comunità.
Politica come gestione della polis.
Quell’idea verrà poi superata da governi oligarchici e monarchici e bisognerà attendere la rivoluzione francese che dichiarerà il ritorno della democrazia.
Ma si tratterà allora di un forma indiretta, la democrazia rappresentativa, basata sulla delega ai politici di professione.
Oggi siamo tornati alla crisi della democrazia, se ne parla spesso e i partiti richiamano a gran voce, chi più seriamente chi in modo fasullo e manipolatorio, l’idea della partecipazione.
Siccome il TdO si fonda sulla partecipazione vera del pubblico, sulla maieutica, sulla problematizzazione della realtà, ecco che ci siamo trovati d’accordo nel provare a realizzare un percorso partecipativo a Parma, così come si è usato nei bilanci partecipativi di Porto Alegre e Sant’André e nell'esperienza di Teatro-Legislativo fatta da Boal nel 1993-1997 a Rio de Janeiro.
La seconda ragione di adesione è stata il tema: la sicurezza urbana.
Tema centrale di recenti campagne politiche, cavalcata dai partiti di destra per proporre ricette rassicuranti, ma gestita maldestramente dalla sinistra che ondeggia tra seguire le idee della destra e attutirne il significato.
A volte emerge localmente l’idea che la migliore risposta all’insicurezza è la coesione sociale, ma si scivola facilmente nel buonismo, nel fare feste inter-etniche dove partecipano i soliti noti, evitando accuratamente di confrontarsi col conflitto sociale.
Ci è parso allora interessante provare a usare il TdO per cercare assieme ai cittadini che vogliono una politica della sicurezza, ma non semplificata da repressione escludente e discriminazione, cercare dicevamo una serie di proposte alternative, costruttive, concrete ma complesse, come complesso è il problema.
L’idea di fondo è stata partire da alcune interviste fatte dal gruppo organizzatore che sono poi state tramutate in personaggi tipo, esprimenti una tipica paura o insicurezza, all’esterno.
Nei 4 incontri previsti dal percorso, il primo era dedicato all’esposizione di 8 personaggi che hanno interagito col pubblico e che sono stati successivamente analizzati in sotto gruppi.
Il secondo incontro e il terzo hanno cercato invece le soluzioni possibili, tenendo conto della complessità del fenomeno insicurezza.
Lo schema normalmente agito dalla destra è:
-à insicurezza uguale micro criminalità uguale immigrazione.
Per cui la soluzione è la repressione dell’immigrazione (criminalizzazione, restrizioni di libertà, sospetto, misure punitive, ecc.).
Il quarto incontro ha presentato le ipotesi emerse sulle insicurezze e le proposte, a un pubblico di militanti del partito, per l’approvazione.
Abbiamo quindi steso un documento che verrà presentato in Consiglio Comunale, dall’opposizione.
Al momento in cui scriviamo questo non è ancora accaduto…
Luglio 2010.